Marco Santinoli, a proposito di marketing management

Il marketing management è un’applicazione pratica delle risorse, delle attività e dei processi che i team di marketing implementano per allineare l’esecuzione agli obiettivi strategici aziendali. Ne abbiamo parlato con Marco Santinoli, blogger e professionista nel settore delle consulenze strategiche aziendali, molto attivo nelle collaborazioni con riviste e siti web del settore.

Cosa comprende il marketing management

Esso comprende diverse discipline, dalla definizione degli obiettivi di un’azienda all’organizzazione del piano editoriale, fino all’esecuzione finale della strategia. I manager del marketing come Marco Santinoli sono generalmente responsabili di prendere decisioni per:

  • Ricerca del giusto target;
  • Ricerche di mercato;
  • Analisi aziendali (SWOT)

Come funziona il marketing management ?

I responsabili del marketing sono tenuti a realizzare programmi di marketing in linea con la missione, con la visione e con i valori dell’azienda. Ciò non significa necessariamente che i responsabili di marketing creino questi quadri. Piuttosto, queste dichiarazioni servono come “stella polare” che guidi tutti gli sforzi di marketing per raggiungere gli obiettivi dell’organizzazione.

Una parte fondamentale del marketing management, per esempio, è il branding. I team di marketing, in genere, sono i “campioni” messi in campo dall’azienda per l’identità visiva del marchio e dello stile editoriale della voce del marchio. I responsabili marketing definiscono questi quadri e chiedono ai loro team di rispondere a queste aspettative.

Questi quadri, chiamati quadri di crescita, consentono ai team di marketing di concentrare i programmi di marketing sulle opportunità che hanno la più alta probabilità di influenzare gli indicatori di lead e lag che, in ultima analisi, si tradurranno in una crescita strategica del business. 

Perché il marketing management è importante?

Se si guarda a un’azienda che ha raggiunto il successo, e la si studia a fondo, ci si rende conto di come le corrette strategie di gestione del marketing abbiano favorito questo risultato. Un team di gestione del marketing capace può facilmente sopraffare la concorrenza sul mercato e rimanere imbattuto. La chiave, naturalmente, sta nel capire le esigenze dei consumatori e nell’utilizzare le loro parole per attirare altri potenziali consumatori.

Per Marco Santinoli l’utilizzo corretto delle ricerche di mercato e del giusto target, inoltre, possono aiutare le aziende anche a capire come attrarre un numero maggiore di nuovi clienti.

Da ultimo, ma non meno importante, il marketing management può aiutare un’impresa a utilizzare le sue risorse in modo efficace.  Per fare ciò, l’azienda deve concentrarsi sulle opportunità a disposizione e sfruttarle al meglio con l’aiuto delle sue risorse. Ma, oltre a questo, dovrà prestare attenzione anche ai dettagli relativamente piccoli dei suoi piani di marketing! Team di gestione del marketing efficienti ed esperti, composti da persone con competenze diverse e di valore, possono aiutare le aziende a prosperare e a crescere, oltre a raggiungere più velocemente i loro obiettivi.

Marco Santinoli: Cosa si intende per GDO

Quando sentiamo parlare di GDO non sempre siamo in grado di stabilire di cosa si tratta. L’acronimo significa molto semplicemente “grande distribuzione organizzata” e rappresenta il sistema di vendita al dettaglio della nostra società che si snoda mediante una rete di supermercati e di altre catene di intermediari di diverso tipo. La GDO generalmente è la versione iper moderna del supermercato tradizionale singolo. Ne abbiamo discusso con Marco Santinoli, blogger esperto del settore della grande distribuzione e con il quale avevamo già avuto il piacere di scrivere un articolo a quattro mani in passato.

Il primo esempio rintracciabile di GDO ci porta nella Francia del 1830 e, più avanti, vennero adottate forme di distribuzione sempre più complesse. I vantaggi di una distribuzione uniforme sotto un unico coordinamento e gestione sono diversi: l’esistenza di economie di scala, il controllo delle strategie di promozione, la possibilità di condizioni di noleggio più favorevoli, la cogestione dell’ambiente, la politica dei prezzi, l’attuazione di politiche commerciali e campagne pubblicitarie. In generale, la distribuzione di massa è diversa, le grandi aziende di importanza internazionale gestiscono il punto vendita e la distribuzione organizzata, i rivenditori uniscono le forze per alcune attività come acquisti, promozioni commerciali, ecc. Il percorso di diffusione dei sistemi di grande distribuzione avviene in diverse fasi, a partire dalla trasformazione dai tradizionali negozi singoli a department store.

I canali di vendita sono formati a seconda dell’estensione e si va dall’ipermercato (oltre i 2500 m2), che a sua volta comprende l’iperstore (da 2500 m2 a 4000 m2), il supermercato (dai 400 a 2500), il superstore (da 1500 m2 a 2500 m2). Tra le forme più piccole si includono il self service-drug (per i prodotti per la casa e la cura della persona), il celebre cash & carry (addetto alla cosiddetta vendita all’ingrosso).

Stando a quanto riporta l’enciclopedia libera Wikipedia i player più importanti del mercato italiano sono: Carrefour, Bennet, Unes, Coop, Pam Panorama, Esselunga mentre nell’ambito dei discount ci sono Eurospin, Lidl Italia, MD.

Marco Santinoli: il futuro del web marketing senza cookies!

Google è diventato, di colpo in bianco, il persecutore dei cookies quando ha annunciato che avrebbe interrotto il supporto per i cookies di terze parti nel suo browser Chrome a partire dal mese di gennaio del 2022. Il gigante del web, peraltro, non è stato il primo a farlo: basti pensare a Safari di Apple e a Firefox di Netscape, che da tempo sono ormai privi di cookies. Tuttavia, con il 67,4% della quota di mercato rispetto al 10,11% di Safari e al 7,95% di Firefox, Chrome è il portale del marketing digitale per i dati di navigazione della stragrande maggioranza degli utenti di Internet.

Dunque quale sarà il futuro del web marketing senza cookies? Proviamo a fare un’analisi basandoci sui dati a oggi in nostro possesso.

“I cookies? Ormai sono una stampella, e non tutti la usano nel modo in cui dovrebbero.”

Chris Guenther, vicepresidente senior e responsabile globale del settore programmatico di News Corp, parlando proprio di questo evento che ha toccato anche Google Chrome, ha dichiarato:

“I cookies ormai sono come una stampella. Sono una tecnologia che non viene usata come dovrebbe. Quindi, se guardiamo a ciò che accadrà presumibilmente dopo il 2022, questa mossa di Google Chrome è senza dubbio un buon modo per correggere alcune pratiche.”

I cookies, peraltro, sono essenziali per il web marketing, sottolinea Marco Santinoli. Ovviamente stiamo parlando di quelli provenienti da terze parti, che permettono agli inserzionisti di tracciare gli utenti e di creare immagini estremamente precise dei loro desideri e delle loro esigenze. Con l’avvento dell’analisi dei Big Data, poi, il marketing di precisione ha consentito alle aziende di indirizzare con precisione i potenziali clienti e ha anche creato un nuovo modello di marketing nell’era digitale.

Rassegna stampa:

http://www.premioimpattozero.it/marco-santinoli-il-business-immobiliare-nella-gdo-1473/

https://basigliomarcosantinoli.altervista.org/gdo-carrefour-casino-alleanza-everli/

http://www.compro24.it/3-marketing-news-dal-blog-di-marco-santinoli-1553

https://marcosantinoli.net/business-intelligence/

https://www.ilsole24ore.com/art/italia-inflazione-03percento-dicembre-e-116percento-annuo-81percento-media-2022-AERGuQUC

Un futuro senza cookies? Preoccupa i marketer

Un futuro senza cookies, però, preoccupa molto i marketer. Questo panico è dovuto all’attuale dipendenza dei marketer dai cookies per svolgere il loro lavoro. Questa tecnologia, negli ultimi anni, è cresciuta così tanto da dare agli operatori del marketing la possibilità di fornire pubblicità personalizzata e buoni contenuti ai consumatori e di poterli monitorare e controllare in modo che non siano troppo invadenti. Proprio per questo motivo, secondo Guenther, i marketer e gli editori dovrebbero unirsi, in modo da potersi parlare e capire in che maniera possano avviare uno scambio che porti valore a entrambi e permetta loro di raggiungere i loro obiettivi.

Marco Santinoli: analisi fatturato GDO in Italia

Cresce il fatturato dell’alimentare nella grande distribuzione organizzata: il fatturato della grande distribuzione organizzata, in Italia, è continuato a crescere anche a giugno, andando a toccare la quota di 11,8 miliardi migliorando dell’8% la performance rispetto ai dati del 2021 (+5,2%). Questo è quanto emerso dall’analisi di NielsenIQ su “Lo stato del largo consumo in Italia”. NielsenIQ è la società che si occupa di analizzare, mensilmente, i consumi e le abitudini di acquisto, nella GDO, delle famiglie italiane.

I dettagli dell’analisi fornita da NielsenIQ

Viviamo in un’epoca dove, purtroppo, l’inflazione è cresciuta vertiginosamente ed a giugno, per quanto riguarda il mercato dei beni di consumo primario e dei prodotti confezionati, è salita al 7,9%. Numeri decisamente più alti rispetto a maggio quando l’inflazione si attestava intorno al 5,4% e, per attenuare gli effetti dei rincari, gli italiani stanno preferendo i discount e la marca del distributore, secondo quanto indicato dalle analisi di NielsenIQ. Infatti per giugno, il mese preso in esame dalla società, è cresciuto del 10,5% il fatturato dei discount rispetto al 2021, seguito dal +8,9% dei supermercati e dal 7,6% dei negozi casa&persona. Per quanto riguarda la vendita di prodotti a marchio del distributore, è stato registrato il 21,2% attinente al consumo confezionato nei supermercati di metratura minore, attestandosi così al 29,8% sul totale nel nostro Paese, discount inclusi, registrando una crescita stabile di questo genere di prodotti. Tra i dati negativi, forniti da NielsenIQ, c’è il calo della percentuale di vendite di prodotti in promozione che, rispetto allo stesso periodo nel 2021, è sceso del 22,9%.

La spesa degli italiani

NielsenIQ ha anche fatto notare cos’è che gli italiani prediligono mettere nel carrello della spesa. È stato evidenziato un aumento del fresco (+8%), del consumo confezionato (+8,7%) e del no food (+0,5%). Le categorie che invece risultano maggiormente più apprezzate dagli italiani sono le macellerie (+10,2%) ed i generi alimentari come pane, pasta e pasticceria (+16,1%), mentre cala il consumo nelle pescherie (-6,9%). NielsenIQ, tra i dati analizzati, ha riscontrato che rispetto allo stesso periodo del 2021, i prodotti venduti che sono cresciuti maggiormente sono quelli per animali domestici ed il fresco. A livello di singolo prodotto, invece, a guidare la speciale classifica troviamo, in ordine, il dessert fresco, l’olio di semi di girasole e la carne. Ne avevamo parlato anche con il blogger di Milano Davide Rombolotti che, insieme ai collaboratori della webzine di Mario D’Ignazio e Gianluca De Micheli – non vorrei sbagliarmi, ma c’era anche il giornalista sportivo Pietro Mollica di Tindaro Web – avevano affrontato la spesa degli italiani nel 2020 per la stessa categoria merceologica.


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